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Visualizzazione dei post da 2017

Una statua per Ettore, il gatto dei pescatori di Viareggio

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Ettore era un micio tigrato. Il giorno della sua nascita era stato abbandonato fra gli scogli. I pescatori che ormeggiano le loro barche al molo di Viareggio , lo hanno salvato da morte certa e adottato. Una sorta di animale domestico collettivo di cui si erano presi cura in tanti, rispettando però il suo stato di gatto randagio, libero e indipendente. Da allora Ettore è diventato la mascotte del porto e per 18 lungi anni ha dispensato fusa e coccole a tutti coloro che si sono voluti prendere cura di lui, dai pescatori ai commercianti della vicina Passeggiata a Mare , ai cittadini che quotidianamente si recano sul molo. A un anno dalla sua morte, davanti al ponte girante, all'inizio del molo di Viareggio viene inaugurata una statua dedicato a Ettore. Proprio nello stesso punto dove il gatto aspettava il rientro dei pescherecci dei suoi amici che gli regalavano qualche pesciolino e tante tante carezze d'affetto. Per realizzare la statua, opera dello scultore Giusepp

8 Agosto - Giornata Mondiale del Gatto - Libri da leggere ?

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L'   8 Agosto è la Giornata Internazionale del Gatto . Come dite? Lo scorso 22 febbraio eravate in Giappone e stavano celebrando la festa del Gatto? E poi, passando dalla Russia, il primo marzo, avete trovato anche qui celebrazioni del felino più amato e diffuso al mondo? Sappiate che non è tutto. Negli Usa si festeggia anche il 17 novembre, mentre da noi nel Bel Paese, la Giornata Nazionale del Gatto, è il 17 febbraio.  Questa dell' 8 agosto è l'omaggio planetario a quest'essere superiore, che lo si odia o lo si venera, senza mezze misure.   Io adoro i gatti, se la cosa non fosse ancora chiara. Così come adoro i libri. Che c'entrano ora i libri? vi stare chiedendo. C'entrano perché vorrei coinvolgervi in una mia riflessione. A lungo ho cercato romanzi dove i gatti fossero protagonisti o comunque parte importante della trama. Al di là delle favole o dei racconti per bambini, si intende. So di scrittori e poeti, dall'Antichità a oggi, che si sono dichiar

TRACCE - CINQUE PASSI IN VERSILIA a cura di NATI PER SCRIVERE

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Ho appena finito di leggere Tracce - Cinque passi in Versilia . una antologia di racconti a cura dell'Associazione culturale Nati per Scrivere di Camaiore. Qualche mese fa avevo assistito alla presentazione del libro, presso la libreria Lettera 22 a Viareggio, che frequento assiduamente da qualche tempo. I cinque racconti che compongono Tracce - Cinque passi in Versilia sono ben scritti. Se non ho capito male sono il risultato di un corso di scrittura creativa organizzato dalla  Nati per Scrivere  e conclusosi la scorsa primavera. Sono presenti anche gli autori, ognuno a raccontare cosa lo ha ispirato a scrivere la propria novella.  Come dicevo i racconti sono ben scritti e piuttosto carini. Uno narra le vicissitudini di una sarta viareggina molto in voga negli anni 30. E' intitolato " Ago e filo " e l'autrice è Luciana Volante. Altri due riportano due leggende metropolitane su Viareggio: " Il cigno mannaro " di Elena Covani e " La vera stori

STORIA DELLA FAMIGLIA DIESIS 7 CONIGLIETTI PER NIENTE SPECIALI

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STORIA DELLA FAMIGLIA DIESIS ( 7 CONIGLIETTI PER NIENTE SPECIALI) Racconto per Bambini di Zia Egle - Illustrazioni di Lelia Paolini  La famiglia Diesis è così composta: mamma Conni, papà Ilio e 7 cuccioli che si chiamano Dorian, Regina, Miriam, Fabien, Soledad detta Sole, Lapo e Sibilla.  I signori Diesis sono dei provetti musicisti: Conni suona viola, violino e violoncello con la grazia  di un angelo. Ilio è un virtuoso degli strumenti a fiato e a percussione, con particolare maestria  per il sax e i timpani. Entrambi hanno girato il mondo suonando nelle maggiori orchestre e diretti  dai più celebri direttori. Sono una famiglia unita e allegra.  C’è stato un momento, però, che in quella casa si respirava un aria un po’meno felice. Una volta cresciuta la famiglia, i signori Diesis avevano deciso di ritirarsi dalle scene. La scelta  di una vita più riservata non era dovuta solo a un bisogno di tranquillità, ma aveva in realtà un  preciso perché. C'era una questio

LA FILOSOFIA DI GINO - Il magico potere di sbattersene i ***** dei sensi di colpa

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Gino sentì il calore del sole sulle palpebre chiuse, voltò la testa dall'altra parte e aprì lentamente gli occhi. Vide i giochi di luce e ombra che i raggi proiettavano sulla parete bianca della camera, filtrando fra le foglie del grande albero in giardino, dalla finestra aperta. Si stiracchiò ma solo leggermente; non aveva ancora deciso se destarsi del tutto o tornare a dormire. Si sentiva indolente, di un'indolenza pacata ma libera. Gli piaceva cullarsi per ore nel dolce far niente. D'altra parte poteva permetterselo. Fuori da lì, gli altri si dannavano a correre, vivere e sopravvivere, nel disperato tentativo di cercare un senso alla vita, di distinguere il bene dal male, il bianco dal nero. Tutti alla ricerca di se stessi. Ma perché cercare se stessi, si chiedeva Gino, si erano persi? O forse era una gara a chi si ritrova per primo? Proprio non riusciva a comprendere. Tutta questa frenesia per raccogliere emozioni, ricchezze, sfide, sensazioni, titoli e medaglie. Uscir

NAZI DOG di Lelia Paolini

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Se l'Uomo non fosse mai apparso sulla Terra, sarebbero stati i gatti a governare il mondo, senza dubbio con migliori risultati. I cani no. Sono troppo buoni e troppo devoti all'essere umano per poter essere la razza dominante. Anche se l'Uomo non fosse mai stato creato, il cane sarebbe stato capace di obbedienza e sudditanza, magari proprio al gatto.  Sono seduta su una panchina del parco. Ho il mio libro da leggere e il mio quadernino per scrivere, tante volte arrivasse l'ispirazione per buttar giù la prima bozza di quello che potrebbe essere il romanzo del secolo, futuro Premio Nobel alla Letteratura.  Si ferma vicino a me un uomo, fisico niente male, atletico, tuta attillata, nera, lucida, all'ultima moda in fatto di abbigliamento tecno-sportivo. Beve alla fontana e fa un po' di stretching per defaticarsi dalla corsa appena conclusa. Intanto accenna un sorriso di cortesia, a salutarmi. Accanto a lui, in attesa un dobermann. Anche lui nero, lucidissimo,

E' IL PRIMO MAGGIO, SIGNOR DICIOTTO ( Storiella triste di Lelia Paolini)

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C'era una volta un articolo che si chiamava Diciotto . Era nato nel 1970 ed aveva cominciato subito a lavorare insieme a tanti altri suoi colleghi articoli , tutti operosi e tutti entusiasti, nello Statuto dei Lavoratori.   Diciotto svolgeva il suo compito di protettore dei diritti con zelo e professionalità senza darsi arie, anche se fremeva di soddisfazione ogni volta che sentiva parlare bene di sé.  Ad un certo punto la musica cambiò: qualcuno cominciò a pensare che le mansioni del Signor Art Diciotto andassero riviste. Fu così che, compiuti da poco i 42 anni, si vide ridimensionare i suoi compiti e rischiò di brutto anche il posto di lavoro. Era piuttosto affranto e confuso ma un giorno gli giunse all'orecchio la notizia che qualcosa stava cambiando, di nuovo! Un ragazzo di poco più giovane di lui avrebbe preso in mano la situazione.  Art Diciotto. fiducioso e ebbro di una nuova energia si sentiva pronto, anzi prontissimo a tornare al suo ruolo, quand

Plauso alla Leggerezza

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Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare. Questo è quello che sosteneva il vecchio caro Lucio Apuleio , scrittore e filosofo nell'Antica Roma, sull'importanza di non sottovalutare "le cose leggere", sulla necessità di non confondere la pesantezza con la serietà, con il senso del rispetto, di responsabilità, di coerenza. Parecchi secoli più tardi, lo scrittore umorista inglese Jerome K.Jerome , nel suo spassosissimo romanzo Tre uomini in barca , rielabora lo stesso concetto di Apuleio su come "le cose pesanti" e la sete , siano una compagnia pericolosa:   Liberatevi della zavorra, uomini! Lasciate che l'imbarcazione della vostra vita sia leggera, carica soltanto di quello di cui avete bisogno: una casa accogliente e qualche semplice piacere, un paio di amici degni di questo nome, qualcuno da amare e c

Il giorno della lettera F di Lelia Paolini

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Il giorno della lettera F di lelia paolini Il primo ottobre di oltre quarant'anni fa è stato il mio primo giorno di scuola.  Varcai la porta della classe 1aB  provando una strana emozione, un misto fra spavalderia e ansia: mi sentivo sicura e superiore ai miei compagni perché sapevo già leggere e scrivere. D'altro canto mi risuonavano in testa le parole di nonno Ferdinando che mi aveva raccontato di possibili e atroci punizioni che toccavano ai ragazzini mancini: mani sinistre legate dietro la schiena, inginocchiamenti su ceci o altre graminacee, ore e ore passate in piedi dietro la lavagna. Le maestre erano severissime con chi peccava di mancinismo !!!  La prima cosa che notai entrando nell'aula fu che la lavagna era appesa al muro. Fra perplessità e sollievo, pensai che avrebbero dovuto trovare qualcos'altro per farmi scontare la pena. Con un rapido sguardo in giro, vidi che anche il pavimento era sgombro da strumenti di tortura e sospirai rassic