Passione film: LUCA di Enrico Casarosa, disponibile su Disney+
Mi sono riguardata Luca, il film di animazione Pixar diretto da Enrico Casarosa, disponibile su Disney+. La storia è ambientata in Italia, negli anni ‘50, nell’immaginario Portorosso, borgo di pescatori delle Cinque Terre, arroccato sulla scogliera a strapiombo sul Mar Ligure.
Luca Paguro è un giovane mostro marino, sveglio e curioso, che vive nelle profondità del mare di fronte alla costa ligure. Aiuta i genitori nell’attività di pastorizia, tenendo a bada un gregge di pesciolini, spesso indisciplinati e desiderosi di libertà. Ed è proprio inseguendo un pesce fuggitivo che Luca incontra Alberto Scorfano, altro bambino pesce, lui senza famiglia, che ha deciso di vivere sulla terraferma anziché negli abissi. Perché una volta all’asciutto, i mostri marini assumono le sembianze degli umani, o dei “terreni” come li chiamano loro, e nessuno può notare la differenza. Iniziano così l’amicizia e le avventure di Luca e Alberto. Affronteranno una gara ciclistica per poter vincere una Vespa, faranno amicizia con Giulia Marcovaldo, una ragazzina genovese in vacanza a Portorosso, sfideranno il cattivo di turno, il borioso e narcisista Ercole Visconti, scopriranno – sopratutto Luca – il valore e l’importanza della conoscenza. Tutto, però, stando attenti a non farsi scoprire perché loro restano comunque mostri marini e gli abitanti del paese ne hanno un gran timore.
Sono proprio questi i messaggi che vuole trasmette Luca, questo straordinario lungometraggio animato di Casarosa: il potere dell’amicizia, fatta di scontri, qualche volta, ma anche del rispetto reciproco dei sogni e delle scelte degli altri; il valore dell’inclusione, dell’accettazione del diverso e dello sconosciuto, ascoltando il cuore e la testa, senza farsi confondere da intolleranza e paura. E infine, l’importanza universale della conoscenza, della scoperta e dell’istruzione. In poche parole, la gioia di vivere e la voglia di capire cos’è e come è fatto il mondo intorno a noi.
Diversi sono i richiami ad altri capolavori del Cinema internazionale. Intanto Alberto è vestito con gli stessi abiti e negli stessi colori di Conan ragazzo del futuro, serie anime anni ‘80 firmata Hayao Miyazaki, di cui lo stesso Casarosa si professa seguace sfegatato. Luca, con la sua brama di voler diventare un bambino vero, ricorda un po’ Pinocchio (e l’intemperanza di Alberto un po’ Lucignolo). Ma, al contrario del leggendario burattino di legno, il nostro Luca vuole andare a scuola a tutti i costi, smanioso com’è di conoscere, imparare, scoprire le tante meraviglie che lo circondano.
Il film è ricco, anzi ricchissimo, di citazioni e richiami all’Italia, alla Liguria e agli anni ‘50. Intanto la colonna sonora, oltre alle musiche di Dan Romer, si pregia di diverse canzoni e voci che hanno fatto la storia della musica leggera italiana dal dopoguerra in poi, come Città vuota di Mina, Non ti fidar di un bacio a mezzanotte del Quartetto Cetra o Il gatto e la volpe di Edoardo Bennato. La scena del vecchio pescatore che ascolta Oh mio babbino cara, celebre aria di Puccini, di notte sul suo peschereccio, è una vera chicca.
Facendo attenzione, ma neanche poi tanta, i muri gialli o rosa pastello delle case di Portorosso sono disseminati di pubblicità, manifesti e affissioni varie che ci fanno immergere nell’Italia del ‘54. Fra tutti, citiamo la locandina dei film La strada di Fellini, Vacanze romane e Ventimila leghe sotto il mare e reclame di noti aperitivi e gelati fuori dalla porta dei bar.
Anche in lingua originale, molte espressioni italiane, riconosciute in tutto il mondo, restano invariate. Così possiamo sentire i personaggi dire frequentemente “andiamo, va bene, silenzio, stupido, oh mamma!” e naturalmente “ciao”, aggiungendo ancora un tocco di atmosfera e italianità.
Tutto questo potrebbe far storcere il naso, far pensare che si tratti dei soliti stereotipi e luoghi comuni che disegnano l’Italia come il paese di pizza, mafia e mandolino. Ma in Luca, tutti questi elementi pittoreschi, compreso il papà di Giulia che mangia solo trenette al pesto, sono inseriti in modo così soave e discreto, mai banale o forzato, che il pericolo è scongiurato.
Insomma, Luca è un film da vedere, far vedere e rivedere, per poter catturarne tutta l’essenza, la bellezza dei disegni, i valori che vuole trasmettere, e non ultimo l’accuratezza degli stupefacenti dettagli disseminati dal primo all’ultimo minuto, compresi i titoli di coda.
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