Gli zii di Sicilia di Leonardo Sciascia

Lo scorso anno ho ripreso la tradizione di leggere un libro di Leonardo Sciascia a cadenza annua, tradizione cominciata con la lettura de Il Giorno delle Civetta nel 2015, Todomodo nel 2016, Una storia semplice nel 2017, Il cavaliere e la Morte nel 2017. Era seguito una breve pausa, a causa di due romanzi di Sciascia che proprio non sono riuscita a finire, ovvero 12+1 e Il contesto, fino alla raccolta di racconti Il mare color del vino dell'anno scorso, in assoluto il mio preferito, ad oggi. Il libro di Leonardo Sciascia targato 2025 è Gli zii di Sicilia, edizione Gli Adelphi, 1992. 



  Gli zii di Sicilia  è una raccolta di quattro racconti, pubblicato per la prima volta nel 1958 Lo stile è quello dello Sciascia asciutto, preciso e tagliente, che offre in queste pagine un affresco amaro e ironico della sua terra, con profondità e lucidità. I quattro racconti che compongono la raccolta sono La zia d'America, Il Quarantotto, La morte di Stalin e L'Antimonio. 

  1. La zia d’America
    Racconto inizialmente più leggero e ironico, narra la storia di una famiglia contadina che vive nell’attesa del ritorno dall’America di una parente ricca. L’arrivo della “zia” porterà con sé un’amara disillusione, simbolo della fine dei sogni e delle speranze nutrite in una Sicilia ancora legata alla miseria e al mito dell’emigrazione.

  2. La morte di Stalin Ambientato nel secondo dopoguerra, alla vigilia di un grosso evento elettorale, questo racconto esplora il clima ideologico del comunismo siciliano e le reazioni alla notizia della morte di Stalin. Sciascia tratteggia con sarcasmo e acume le tensioni tra fede politica e realtà quotidiana, racconta soprattutto la delusione del protagonista, il compagno Calogero Schirò, nello scoprire verità sul leader russo che lo sconvolgranno.

  3. Il quarantotto
    Questo racconto si ambienta durante i moti rivoluzionari del 1848 e rappresenta una riflessione sulla natura ambigua delle rivoluzioni e della giustizia. E' il racconto che mi è piaciuto di più, soprattutto grazie alla figura del Barone di Castro, ipocrita, falso, opportunista, pronto a cambiare faccia e bandiera ad ogni cambio di vento e di evento storico. Leonardo Sciascia mostra come anche i momenti storici più idealizzati siano spesso vissuti dai semplici cittadini in modo confuso, contraddittorio proprio a causa delle farse messe in scene da chi detiene il potere. 

  4. L'Antimonio racconta le vicende di un minatore siciliano che, pur di lavorare nelle miniere di zolfo e rimanere vittima del grisou (chiamato dagli zolfatari antimonio) decide di partire per la Spagna e participare alla guerra civile al fianco dei franchisti. Scopre così il vero volto del fascismo e della retorica falsa e deludente del regime in cui aveva creduto. Quest'ultimo racconto, devo ammettere, mi ha preso di meno, l'ho letto con meno interesse. 

Il tema comune de Gli zii di Sicilia di Leonardo Sciascia   è la fine delle illusioni. Che si tratti del sogno americano, del mito della rivoluzione, della fede ideologica o dell’attesa della liberazione, Sciascia racconta sempre la frattura tra l’ideale e la realtà. La Sicilia che emerge da queste pagine è una terra immobile, spesso cieca e sorda ai cambiamenti, schiacciata da tradizioni, inganni e poteri invisibili. Lo stile di Sciascia è essenziale,  il tono è distaccato, sembra speso un resoconto di cronaca, ma fra le righe si stente, forte e chiara, tutta la partecipazione emotiva e l'indignazione per i fatti narrati in questi quattro racconti. Inoltre, come in molti altre opere di Leonardo Sciascia, le storie sono ambientate in Sicilia e in determinati momenti storici, ma potrebbero benissimo essere trame che parlano di qualsiasi altra regione d'Italia e in qualsiasi epoca. 

Oltre a leggere il libro, ho ascoltato l'audiolibro su Audible, nei miei tragitti in macchina casa-lavoro, lavoro-casa giornalieri. La lettura di Francesco Scianna mi è piaciuta tantissimo! Bravo! 

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