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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

E' IL PRIMO MAGGIO, SIGNOR DICIOTTO ( Storiella triste di Lelia Paolini)

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C'era una volta un articolo che si chiamava Diciotto . Era nato nel 1970 ed aveva cominciato subito a lavorare insieme a tanti altri suoi colleghi articoli , tutti operosi e tutti entusiasti, nello Statuto dei Lavoratori.   Diciotto svolgeva il suo compito di protettore dei diritti con zelo e professionalità senza darsi arie, anche se fremeva di soddisfazione ogni volta che sentiva parlare bene di sé.  Ad un certo punto la musica cambiò: qualcuno cominciò a pensare che le mansioni del Signor Art Diciotto andassero riviste. Fu così che, compiuti da poco i 42 anni, si vide ridimensionare i suoi compiti e rischiò di brutto anche il posto di lavoro. Era piuttosto affranto e confuso ma un giorno gli giunse all'orecchio la notizia che qualcosa stava cambiando, di nuovo! Un ragazzo di poco più giovane di lui avrebbe preso in mano la situazione.  Art Diciotto. fiducioso e ebbro di una nuova energia si sentiva pronto, anzi prontissimo a tornare al suo ruolo, quand

Plauso alla Leggerezza

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Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, ché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare. Questo è quello che sosteneva il vecchio caro Lucio Apuleio , scrittore e filosofo nell'Antica Roma, sull'importanza di non sottovalutare "le cose leggere", sulla necessità di non confondere la pesantezza con la serietà, con il senso del rispetto, di responsabilità, di coerenza. Parecchi secoli più tardi, lo scrittore umorista inglese Jerome K.Jerome , nel suo spassosissimo romanzo Tre uomini in barca , rielabora lo stesso concetto di Apuleio su come "le cose pesanti" e la sete , siano una compagnia pericolosa:   Liberatevi della zavorra, uomini! Lasciate che l'imbarcazione della vostra vita sia leggera, carica soltanto di quello di cui avete bisogno: una casa accogliente e qualche semplice piacere, un paio di amici degni di questo nome, qualcuno da amare e c

Il giorno della lettera F di Lelia Paolini

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Il giorno della lettera F di lelia paolini Il primo ottobre di oltre quarant'anni fa è stato il mio primo giorno di scuola.  Varcai la porta della classe 1aB  provando una strana emozione, un misto fra spavalderia e ansia: mi sentivo sicura e superiore ai miei compagni perché sapevo già leggere e scrivere. D'altro canto mi risuonavano in testa le parole di nonno Ferdinando che mi aveva raccontato di possibili e atroci punizioni che toccavano ai ragazzini mancini: mani sinistre legate dietro la schiena, inginocchiamenti su ceci o altre graminacee, ore e ore passate in piedi dietro la lavagna. Le maestre erano severissime con chi peccava di mancinismo !!!  La prima cosa che notai entrando nell'aula fu che la lavagna era appesa al muro. Fra perplessità e sollievo, pensai che avrebbero dovuto trovare qualcos'altro per farmi scontare la pena. Con un rapido sguardo in giro, vidi che anche il pavimento era sgombro da strumenti di tortura e sospirai rassic