LA FILOSOFIA DI GINO - Il magico potere di sbattersene i ***** dei sensi di colpa

Gino sentì il calore del sole sulle palpebre chiuse, voltò la testa dall'altra parte e aprì lentamente gli occhi. Vide i giochi di luce e ombra che i raggi proiettavano sulla parete bianca della camera, filtrando fra le foglie del grande albero in giardino, dalla finestra aperta. Si stiracchiò ma solo leggermente; non aveva ancora deciso se destarsi del tutto o tornare a dormire. Si sentiva indolente, di un'indolenza pacata ma libera. Gli piaceva cullarsi per ore nel dolce far niente. D'altra parte poteva permetterselo. Fuori da lì, gli altri si dannavano a correre, vivere e sopravvivere, nel disperato tentativo di cercare un senso alla vita, di distinguere il bene dal male, il bianco dal nero. Tutti alla ricerca di se stessi. Ma perché cercare se stessi, si chiedeva Gino, si erano persi? O forse era una gara a chi si ritrova per primo? Proprio non riusciva a comprendere. Tutta questa frenesia per raccogliere emozioni, ricchezze, sfide, sensazioni, titoli e medaglie. Uscire vincenti senza conoscere il gioco a cui si gioca. 

Gino si voltò sull'altro fianco, cercando una posizione comoda per continuare il corso delle sue riflessioni e mantenere quel torpore che invadeva ancora il suo corpo nonostante il risveglio. 
pensò alla sua posizione di privilegiato, il suo stile superiore e lontanissimo dagli affanni quotidiani della gente comune. Qualche volta si era sforzato persino di sentirsi in colpa per essere così fortunato; era una sensazione che, però, spariva subito. Gino sorrise di se stesso e a se stesso a quel buffo pensiero e deciso di tornare a dormire ancora un po'. La giornata poteva anche iniziare più tardi. Non sentiva vergogna ne rimorsi di coscienza per la sua condizione. Non era colpa sua se il Signore lo aveva fatto nascere gatto. 🐱🐈😻

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