Un adorabile vecchietto di nome Paperino



Pippo è simpatico, ma talmente maldestro e impacciato da diventare snervante. Le ragazze, Minnie e Paperina, sono spesso nauseabonde nel loro impersonare tutti i cliché del femminile: gentili, ben curate, vanitose il giusto, esageratamente amabili e banalmente pazienti verso i difetti del partner. Pluto è un cane, anche lui con i soliti e banali comportamenti stereotipati da cane, fedele, tenero, giocherellone, protettivo. Clarabella e Orazio sono personaggi talmente secondari che la maggior parte del pubblico crede che non esistono per davvero, un po’ come il Molise.
E infine c’è lui, il protagonista principe, Topolino, così perfettino, così fintamente modesto, così buonista e bonario, così insopportabilmente dalla parte giusta sempre. Talmente tronfio e fastidioso che lo prenderesti a colpi di trappola per topi in testa, due colpi alla volta finché non diventano dispari. E poi, dai, è un topo: che schifo! 

Il personaggio migliore di tutta la banda Disney è, senza ombra di dubbio alcuno, Paperino, un adorabile vecchietto che quest’anno, il 9 giugno, compie 90 anni. Paperino piace di più e piace a tutti, grandi e piccoli, proprio perché, a differenza dei suoi colleghi-personaggi creati da Walt Disney, è quello che più si avvicina alla natura umana, con il suo carattere volubile, quando sognatore e ottimista, quando collerico e impaziente, quando determinato e tenero, quando crudele e dispettoso. Mentre, contro sfortune e avversità, quel catto-democratico di Topolino fa buon viso e cerca soluzioni e si fa eroe per se stesso e per gli altri, Paperino si incazza, urla e strepita; casca in provocazioni stupide, ma difende la sua posizione e cede solo quando non c’è altro da fare e molto spesso per convenienza. 

Insomma Paperino è tutti noi e noi – nel nostro animo - un po’ tutti Paperino, oltre le ipocrisie e le maschere che siamo, a volte, costretti da indossare; spesso per buona educazione, diplomazia e quieto vivere, ma quasi sempre per bieco moralismo e cronico timore dell’altrui giudizio e sempre consapevoli di non essere mai davvero noi stessi. Paperino ci piace per questo, perché si imbestialisce e si ribella, si rende anche ridicolo pur di essere vero e autentico, lotta anima e cuore e becco, proprio come non riusciamo a fare noi. Lo fa lui in nostra vece, da bravo eroe-anti-eroe che difende i deboli, in questo caso i deboli di personalità. 

Paperino è un essere vero e autentico e inossidabile, un mito che a 90 anni dalla sua prima apparizione il 9 giugno 1934, nel cortometraggio La gallinella saggia, non conosce crisi di consenso e simpatia. Da allora in avanti ha interpretato un sacco di altri film, è diventato personaggio dei fumetti, testimonial per molte iniziative in tutto il mondo, oggetto e immagine di un lucroso merchandising. Si è fatto una famiglia rimanendo uno scapolo: ha una fidanzata, Paperina, uno zio Paperone, una Nonna Papera, è zio di Qui, Quo, Qua. Tutti personaggi che tornano, ognuno a modo suo, a ricoprire particolari stereotipi come Topolino, Minnie e Pluto,ma in modo meno banale e snervate. 

È arcinoto a tutti che il nome originale di Paperino, negli Usa dove è nato, è Donald Duck (per esteso Donald Fauntleroy Duck). In Italia è arrivato come Paolino Paperino poi ridotto al solo Paperino. In ogni Paese del mondo ha un nome diverso. In Arabia è Bottouta, in Bulgaria Patoka Donald, in Cina Tang Lao Ya, in    Danimarca Anders And. In Finlandia si chiama Aku Ankka, in  Francia e in Olanda rimane Donald Duck, in Germania Schnatterich, in Grecia Ntonalt Ntak.  In Islanda viene chiamato Andrés Ond, in Portogallo Pato Donald, in Russia Donald Dak e in Serbia - Croazia: Paja Patak. Per gli Spagnoli Paperino si chiama  El Pato Donald, mentre in  Svezia Kalle Anka  e in Turchia Donald. Tanto per citarne qualcuno.
 
Per concludere: questo adorabile vecchietto di nome Paperino, il 9 giugno 2024, spegne 90 candeline. Buon Compleanno, vecchio mio – anzi vecchio nostro. Siamo tutti con te! E in cuffio a quel democristo di un Topolino! 




 

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