TRACCE - CINQUE PASSI IN VERSILIA a cura di NATI PER SCRIVERE

Ho appena finito di leggere Tracce - Cinque passi in Versilia. una antologia di racconti a cura dell'Associazione culturale Nati per Scrivere di Camaiore. Qualche mese fa avevo assistito alla presentazione del libro, presso la libreria Lettera 22 a Viareggio, che frequento assiduamente da qualche tempo.

I cinque racconti che compongono Tracce - Cinque passi in Versilia sono ben scritti. Se non ho capito male sono il risultato di un corso di scrittura creativa organizzato dalla Nati per Scrivere e conclusosi la scorsa primavera. Sono presenti anche gli autori, ognuno a raccontare cosa lo ha ispirato a scrivere la propria novella. 
Come dicevo i racconti sono ben scritti e piuttosto carini. Uno narra le vicissitudini di una sarta viareggina molto in voga negli anni 30. E' intitolato "Ago e filo" e l'autrice è Luciana Volante. Altri due riportano due leggende metropolitane su Viareggio: "Il cigno mannaro" di Elena Covani e "La vera storia di Burlaman", strampalato supereroe nostrano raccontato dalla penna di Alessio Del Debbio. Una quarta storia, dal titolo "Punto e basta" di Leandra Cazzola, parla di una avventura amorosa adolescenziale, fra una ragazza del posto e un ragazzo di Como, venuto a passare le vacanze sulla costa versiliese, agli inizi degli anni '80.
A mio miserrimo giudizio, e ripeto a caratteri cubitali -A MIO MISERO GIUDIZIO - Tracce - Cinque passi in Versilia è un po' troppo a km zero, un po' troppo legato, per stile e per argomenti al territorio. Mi spiego: temo che possa interessare giusto ai Viareggini o ai Versiliesi, o a chiunque conosca un po' di storia e geografia viareggina. Se voleva essere una raccolta di esercizi di scrittura a tema "Parlo della mia città", frutto del laboratorio creativo, ok, tanto di cappello. Se invece l'intensione era proprio quella di lanciarsi in un avventura editoriale, non so quanto possa essere accolta da lettori che non siano oriundi o parenti e amici degli scriventi.

Tutt'altro merito, sempre secondo me, ha invece il quinto e ultimo racconto. E' intitolato "Tracce", come la raccolta. E' ambientato a Forte dei Marmi ed è un vero gioiellino. La narratrice passeggiando sulla battigia trova a terra un braccialetto.Lo ha straccato il mare, o forse l'ha perso una bagnante, e c'è inciso sopra il nome Anna. Così la donna, prima per gioco e poi quasi come un chiodo fisso, comincia a immaginare e indagare su chi possa essere Anna e quale possa essere la sua storia. Al racconto della possibile verità su Anna, si alterna il resoconto dell'indagine privata che l'autrice, Maria Pia Michelini, fa, per provare a rendere il braccialetto alla legittima proprietaria e - perché no- per scoprire se le sue intuizioni si sono avvicinate almeno un po' alla verità.

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