Tsundoku, il vezzo patologico di comprare libri e non leggerli
Fra i bibliofili più accaniti (ma anche quelli più svampiti e meno assidui), c'è chi soffre di Tsundoku e chi mente. Ma forse quest'ultimi mentono perchè non conoscono il vocabolo, dato che non c'è niente da vergognarsi a soffrire di questa patologia. Perché a tutti, almeno in qualche occasione, è capitato di essere affetto da acquisto compulsivo di libri che poi ha mai letto.
Si è parlato di tsundoku come vezzo patologico, perché qualche solerte studioso, che evidentemente non ha trovato niente di meglio da "studiosare", ha ritenuto questa bibliomania - tanto per provare a tradurre il termine giapponese in italiano - un vero e proprio disturbo ossessivo compulsivo all'acquisto e ha pure provato a elargire consigli su come smettere. Tipo: regala i libri che non leggi, riordina periodicamente i volumi e decidi cosa tenere e cosa no, datti definitivamente agli e-book che non ingombrano.
Ma perchè, dico io? In primis, caro il mio studioso (ammesso che tu esista e che non sia un'altra voce anonima del web che vuole dire la sua a tutti i costi) fatti i testi(coli) tuoi! L'Italia è fra i Paesi al mondo dove si legge di meno e intanto comprarli, i libri, ha già il suo ottimistico perché. In secondo luogo, con tanti viziacci che ha la gente, con tante, troppe, bruttissime abitudini che ammorbano la società, perché dovremmo guarire da una patologia tanto innocua quanto dolce e gratificante?
I libri si comprano! Poi si leggono, o si ignorano, o si tengono come oggetti di arredo, o si regalano o si fanno girare nei bookcrossing del mondo. Io soffro in forma cronica e inguaribile di tsundoku e lo rivendico con orgoglio! E voi?
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