Tsundoku, il vezzo patologico di comprare libri e non leggerli

 Fra i bibliofili più accaniti (ma anche quelli più svampiti e meno assidui), c'è chi soffre di Tsundoku e chi mente. Ma forse quest'ultimi mentono perchè non conoscono il vocabolo, dato che non c'è niente da vergognarsi a soffrire di questa patologia. Perché a tutti, almeno in qualche occasione, è capitato di essere affetto da acquisto compulsivo di libri che poi ha mai letto. 



Con il termine Tsundoku - parola giapponese che pare tradursi in "accatastare" (tsunde) + "mettere via" (oku)- si intende il vezzo  patologico di comprare libri e non leggerli, non importa se consapevolmente o meno. Siamo lì che girottoliamo intorno a una bancarella di vecchi libri, o fra gli scaffali della nostra libreria di fiducia; oppure in coda alla cassa del supermercato, a fianco dello scaffale con le ultime uscite editoriali. E non possiamo fare a meno di comprare uno o più libri, se poi riusciremo a leggerli, a gradirli, a finirli non ha importanza. Perché i libri ci piacciono, come oggetti e accumularli ci fa sentire bene. Se poi il destino avverso ce li fa dimenticare sullo scaffale sul comodino o nella borsa del mare, li fa fagocitare dalla libreria già stracolma di testi non letti, li ricopre di polvere dei giorni, settimane e mesi non è certo colpa nostra. 

Si è parlato di tsundoku come vezzo patologico, perché qualche solerte studioso, che evidentemente non ha trovato niente di meglio da "studiosare", ha ritenuto questa bibliomania - tanto per provare a tradurre il termine giapponese in italiano - un vero e proprio disturbo ossessivo compulsivo all'acquisto e ha pure provato a elargire consigli su come smettere. Tipo: regala i libri che non leggi, riordina periodicamente i volumi e decidi cosa tenere e cosa no, datti definitivamente agli e-book che non ingombrano. 

Ma perchè, dico io? In primis, caro il mio studioso (ammesso che tu esista e che non sia un'altra voce anonima del web che vuole dire la sua a tutti i costi) fatti i testi(coli) tuoi! L'Italia è fra i Paesi al mondo dove si legge di meno e intanto comprarli, i libri, ha già il suo ottimistico perché. In secondo luogo, con tanti viziacci che ha la gente, con tante, troppe, bruttissime abitudini che ammorbano la società, perché dovremmo guarire da una patologia tanto innocua quanto dolce e gratificante?

I libri si comprano! Poi si leggono, o si ignorano, o si tengono come oggetti di arredo, o si regalano o si fanno girare nei bookcrossing del mondo. Io soffro in forma cronica e inguaribile di tsundoku e lo rivendico con orgoglio! E voi?  






Commenti

Post popolari in questo blog

Plauso alla Leggerezza

Una statua per Ettore, il gatto dei pescatori di Viareggio

Sfida di Lettura, la Book Challenge 2024 di Zia Egle